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La caccia al lupo

di Giovanni Verga

Una sera di vento e pioggiavero tempo da lupiLollo capitòall'improvviso a casa suacome la mala nuova. Picchiò prima pian pianosporse dall'uscio la faccetta inquietae infine si decise ad entraregiallo al par dello zafferanoe tutto grondante d'acqua.

Fuori l'ira di Diolui con quella facciae a quell'ora insolita: suamogliepoverettacominciò a tremare come una fogliaed ebbe appena ilfiato di biascicare:

- Che fu?... Che avvenne? ... -

Ma Lollo non rispose nemmeno - Crepa -. Uomo di poche chiacchierespecie quando aveva le lune a rovescio. Masticò sa lui che parole tra identie seguitò a guardare intorno cogli occhietti torbidi. Il lume erasulla tavolail letto bell'e rifattotanto di stanga all'uscio dicucinadove polli e gallinespaventati anch'essi pel temporalecertofacevano un gran schiamazzotanto che la donna diveniva sempre piùsmortae non osava guardare in faccia il marito.

- Va bene- disse lui. - In un momento mi sbrigo -.

Appese a un chiodo lo scapolareposò sulla tavola l'agnella che ciaveva sottocosì legata per le quattro zampee sedé a gambe larghecurvocolle mani ciondoloni fra le coscesenza dir altro. La moglieintanto gli metteva dinanzi panevinoe la pipa carica ancheche nonsapeva più quel che si facessein quel turbamento.

- A che pensi? Dove hai la testa? - brontolò Lollo. - Una cosa allavoltabestia! -

Masticava adagiofacendo i bocconi grossicolle spalle al muro e ilnaso sulla grazia di Dio. Di tanto in tanto volgeva il capoe davaun'occhiata all'agnellache cercava di liberarsibelandoe picchiavadella testa sulla tavola .

- Chetatichetati! - brontolò Lollo infine. - Chetatiche ancorac'è tempo.

- Ma che volete fare? Parlate almeno! -

Egli la guardò quasi non avesse uditocon quegli occhietti spenti chenon dicevano nullaaccendendo la pipa tranquillamentetanto che lapovera donna smarrivasi sempre piùe a un tratto si buttò ginocchioniper slacciargli le ciocie fradice.

- No- disse luirespingendola col piede. - Notorno ad uscire.

- Con questo tempo? - sospirò leitirando un gran respiro.

- Non importa il tempo... Anzi!... Anzi!... -

Quando parlava cosìcon quella faccia squallidae gli occhi falsiche vi fuggivanoquell'omettino magro e rattrappito faceva proprio paura- in quella solitudine - con quel tempaccio che non si sarebbe udito«Cristo aiutami!».

La moglie sparecchiavain silenzio. Lui fumava e sputacchiava di qua edi là. A un tratto la gallina nera si mise a chiocciaremalaugurosa.

- S'è visto oggi Michelangelo? - domandò Lollo.

- No... no... - balbettò la moglieche fu ad un pelo di lasciarsicader di mano la grazia di Dio.

- Gli ho detto di scavare la fossa... Una bella fossa grande... L'avràgià fatto.

- OhGesummaria! Perché?... perché?...

- C'è un lupo... qui vicino... Voglio pigliarlo -.

Ella istintivamente volse una rapida occhiata all'uscio della cucinaefissò gli occhi smarriti in volto al maritoche non la guardava neppurechino sulla sua pipaassaporandolaquasi assaporasse già il piacere dicogliere la mala bestia. Ellafacendosi sempre più pallidacolle labbratremantimormorava: - Gesù!... Gesù!...

- Non aver paura. Voglio pigliarlo in trappola... senza rischiarci lapelle... Ahno! Sarebbe bella!... con chi viene a rubarvi il fattovostro... rischiarci la pelle anche! Ho già avvisato Zango e Buonocore.Ci hanno il loro interesse pure -.

Fosse il vinetto che gli scioglieva la linguao provasse gusto arimasticare pian piano la bile che doveva averci dentronon la finivapiùgrattandosi il mento rugosoappisolandosi quasi sulla pipaciarlando come una vecchia gazza.

- Vuoi sapere come si fa?... Ecco: gli si prepara il suo bravotrabocchetto... un bel letto sprimacciato di frasche e foglie... l'agnellalegata là sopra... che lo tira la carne frescail mariolo!... E se neviene come a nozzeal sentire il belato e la carne fresca... Col muso alventose ne vienee gli occhi lucenti di voglia... Ma appena cade nellatrappolapoidiventa un minchioneche chi gliene può faregliene fa:sassilegnateacqua bollente! -

L'agnellacome se capisse il discorsoricominciò a belarecon unavoce tremola che sembrava il pianto di un bambinoe toccava il cuore.Sobbalzava di nuovo a scosserizzando il capoe tornava a batterlo sullatavola come un martello.

- Basta! bastaper carità! - esclamò la donnagiungendo le maniquasi fuori di sé.

- Nol'agnella non la tocca neppureappena si trova preso in trappolacon essa... Le gira intornonella buca... gira e rigira... tutta lanotteper cercar di fuggirla anche... la tentazione... Come capisse cheè finitae bisogna domandar perdono a Dio e agli uomini... Bisognavederloappena spunta il giornocon quella faccia rivolta in sucheaspetta i cani e i cacciatoricon gli occhi che ardono come duetizzoni... -

Si alzò finalmenteadagio adagioe si mise a girondolare per lastanzacome un fantasmastrascicando le ciocie fradicefrucacchiandoqua e làcol lume in mano.

- Ma che cercate? Che volete? - chiese la povera moglieannaspandoglidietro affannata.

Egli rispose con una specie di grugnitoe cacciò il lume sotto illetto.

- Eccoeccol'ho trovato -.

Il turbine in quel momento parve portarsi via la casa. Uno scompiglioin cucina: la donna che strillavaattaccata all'uscio: una ventatasoffiò sul lume a un trattoe buona notte.

- Santa Barbara! Santa Barbara!... Aspettate... Cerco gli zolfanelli...Dove siete? Dove andate? Rispondete almeno!

- Zitta - disse Lollo ch'era corso a stangare la porta di casa. -Zittanon ti muoveretu! -

E si diede a battere l'acciarino sull'escaverde come lo zolfanelloche aveva accesotanto che alla povera moglie tremava il lume in mano.

Egli tornò a girondolarecheto cheto. Prese un bastoncello di roverelo intaccò da un capo e vi legò una funicella di pelo di capra. Lamoglieche le erano tornati gli spiriti vitali al veder dileguarsi iltemporalee mostrava di stare attenta anzi a quel lavorocoi gomitisulla tavolae il mento fra le manivolle sapere: - Che è questo?

- Questo?... Che è questo? - mugolò luisoffiando e fischettando. -Questo è il biscotto per chiuder la bocca la lupo... Ce ne vorrebbe unaltro per tece ne vorrebbe! Ahah!... Ridi adesso?... T'è tornato ilrossetto in viso?... Voi altre donne avete sette spiriticome i gatti...-

Essa lo guardava fisso fissoper indovinare quel che covasse sottoquel ghigno: gli si strusciava addossoproprio come una gattacol senopalpitantee il sorriso pallido in bocca.

- Sta fermasta fermache fai versare l'olio... L'olio portadisgrazia...

- Sìche porta disgrazia! - proruppe lei. - Ma che avete infine?Parlate!

- Tò! Tò! Ecco che vai in collera ora!... Le sai tuttele sai!...Vuoi sapere anche come si fa a pigliarlo? Ecco qua: gli si cala questogingillo nella buca; il luposcioccol'addenta; alloralestogli sipassa la funicella all'altro capo del bastonee si lega dietro la testa.L'affare è fatto. Dopoil lupo potete prenderlo e tirarlo suche non fapiù male... E ne fate quel che volete... Ma bisogna aspettare a giornochiaro... Ora vo a preparare la trappola...

- V'aspetto adunque? Tornate? -

Lollo andò a staccare lo scapolare grugnendo: - Uhm!... uhm!... - Etornò a prendere l'agnella: - Vedremo... Il gusto è a vederlo intrappola... che ne fate poi quel che volete... senza dar conto anessuno... Anzi vi danno il premio al municipio!... Tu sta chetastacheta - ripeté mettendosi l'agnella sotto il braccio. - Sta cheta che illupo non ti tocca. Ha da pensare ai casi suoipiuttosto -.

Uscì così dicendosenza dar retta alla mogliee chiuse l'uscio difuori.

- Che mi chiudete a chiave? - strillò la donna picchiando dietrol'uscio. - Eh? Che fate? -

Lollo non risposee si allontanò fra l'acqua e il vento.

- Oh Vergine santissima! - esclamò la poveretta aggirandosi per lastanza colle mani nei capelli.

S'aprì invece l'uscio della cucina e comparve Michelangelopallidocome un mortoche non si reggeva in piedi.

- Presi!... Siamo presi! - balbettò lei con un filo di voce. - Ci hachiusi a catenaccio! -

Lui da prima voleva fare il bravo. Tirò su i calzoni per la cintolaincrocicchiò le braccia sul pettotentò di balbettare qualche cosa perfar animo alla povera donna: - Va bene!... son qui... t'aspetto!... - Poitutt'a un trattofosse il naturale suo proprio che lo vincesseo ilnervoso che gli metteva addosso il va e vieni di lei che pareva propriouna bestia presa in gabbiascappò a correre anche lui all'impazzatadiqua e di là per la stanzain punta di piedipallidostralunatotentòe ritentò la portascosse l'inferriata della finestras'arrampicòsulla tavola e sul letto per dar la scalata al tetto annaspando collebraccia tremanticieco di paura e di rabbia.

Infine s'arresetrafelatoguardando bieco la compliceaccusandolad'averlo attirato nel precipizio.

- Ah! - scattò allora su leicolle mani ai fianchi. - È questa laricompensa?

- Zitta! - esclamò lui spaventatochiudendole la bocca colla mano. -Zitta!... Non vedi che abbiamo la morte sul collo?

- Doveva cogliermi un accidentequando mi siete venuto fra i piedi! -seguitò a sbraitare la donna. - Doveva cogliermi una febbre maligna!

- Ssss!... - fece lui colle mani e la voce stizzosa. - Ssss! -.

Si udiva solo il ventoe l'acqua che scrosciava sul tetto. Lei siteneva il capo fra le manie lui stava a guardarlainebetito.

- Ma che disse? Che fece? - biascicò infine. - Alle volte... Ci èparso perché siamo in sospetto...

- No! - rispose la moglie di Lollo. - È certo! È certo che sapeva!...

- E allora?... allora?... - scattò su Michelangelotornando adalzarsi come fuori di sé.

Il lumea cui mancava l'oliocominciava a spegnersi.

Egli furioso scuoteva di nuovo porta e finestrarompendosi le unghieper scalzar l'intonacomugolando come una bestia presa al laccio. - AveMariaaiutatemi voi! - supplicava invece la donna.

- Prima dovevi dire le avemarie... prima!... - esclamò infine lui.

E cominciò a sfogarsi dicendole ogni sorta d'improperi.